#03 - La scienza

La scienza alla base



    Il pacemaker si inserisce nella branca medica della cardiochirurgia, cioè quella parte della chirurgia che si occupa del cuore e le sue problematiche funzionali od organiche, in generale definite cardiopatie.

    La nascita della cardiochirurgia si può datare attorno alla fine del 1800, i primi interventi eseguiti su un cuore risalgono all'anno 1896 quando un dottore, G. Farina, eseguì la prima sutura di una ferita su un ventricolo. Nello stesso anno operazioni simili vennero eseguite in tutto il mondo. Per molto tempo gli interventi erano semplici interventi extracardiaci e a "cielo coperto", cioè il cuore rimaneva chiuso e pulsante.

    Per arrivare alla cardiochirurgia che intendiamo in senso moderno ci sarà bisogno di lunghi anni di studi e sperimentazioni. Da metà '900 circa si sviluppano nuove tecniche per eseguire operazioni cardiache: provocare arresto circolatorio volontario e reversibile, e circolazione extracorporea alimentata da un cuore artificiale. Queste tecniche inizialmente erano usate solo per brevi operazioni, ma col tempo son state perfezionate e si possono oggi utilizzare per ore consecutive senza rischi.

        In questi anni ricchi di catalogazione, scoperte e innovazioni vengono curate quasi tutte le cardiopatie congenite, e successivamente si troverà il modo di eseguire chirurgia a cuore aperto. Questo è il contesto in cui nasce anche il pacemaker (click qui per gli inventori), che prese piede ampiamente per la correzione di aritmia, un difetto nel normale funzionamento del battito cardiaco.


FONTI:
Enciclopedia della Scienza e della Tecnica, Treccani: Cardiochirurgia


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